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Dizionario demografico multilingue (Italiano - prima edizione del 1959)

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Da Demopædia.


Questa pagina è un brano della prima edizione del dizionario demografico multilingue.
Sopprimere prego questo avvertimento se lo modificate.
Introduzione | Prefazione | Indice
Capitolo | Generalità indice 1 | Elaborazione delle statistiche demografiche indice 2 | Stato della popolazione indice 3 | Mortalità e morbosità indice 4 | Nuzialità indice 5 | Fecondità e fertilità indice 6 | Movimento generale della popolazione e riproduttività indice 7 | Migrazioni indice 8 | Demografia e problemi economico-sociali indice 9
Sezione | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 20 | 21 | 22 | 23 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 40 | 41 | 42 | 43 | 50 | 51 | 52 | 60 | 61 | 62 | 63 | 70 | 71 | 72 | 80 | 81 | 90 | 91 | 92 | 93

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Gli appartenenti ad una popolazione vengono talora ripartiti secondo le lingue1 o i dialetti2parlate (340-2*) locali, di limitata capacità espressiva — parlati. Si fa anche eventualmente, a proposito della lingua parlata da un individuo, una distinzione fra la sua lingua materna3, che è quella da lui appresa da piccolo in casa sua, e la sua lingua usuale4, in cui si esprime abitualmente: distinzione che non riesce però a superare la difficoltà di classificazione di individui bilingui5, o più in generale multilingui5.

  • 1. lingua, s.f. — linguistico, agg.: attinente allo studio scientifico delle lingue — linguistica, s.f.: studio storico e comparativo delle lingue.
    Il vocabolo idioma (s.m.) viene impiegato per indicare un linguaggio proprio di una nazione (305-2).
  • 2. dialetto, s.m. — dialettale, agg.
    parlata (s.f.) è nozione più generica, comprensiva di dialetto.
  • 5. bilingue, agg. — bilinguismo, s.m.

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Le statistiche delle confessioni religiose1 ripartiscono gli appartenenti ad una popolazione a seconda della religione professata, od anche a seconda della religione cui sono stati ammessi con un rito (341-4*) particolare (ad esempio, col battesimo). A questo proposito, si fanno distinzioni fra le principali religioni2, o confessioni religiose2, ed i culti3, i riti4, le sette5. Un individuo che non professa alcun credo religioso può dichiararsi senza religione6, o agnostico6. Ateo6 è chi non crede all’esistenza di Dio.

  • 4. rito (s.m.) si usa anche nel senso di cerimonia religiosa.

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Spesso si ripartisce una popolazione secondo il grado d’istruzione1 dei suoi componenti. Si definiscono analfabeti2, in generale, quanti non sanno nè leggere nè scrivere; alfabeti3 (neol.) sono invece quanti sanno leggere e scrivere3. Si possono denominare semianalfabeti4 quelli che sanno solo leggere o solo scrivere; essi vengono inclusi in qualche caso fra gli analfabeti ed in qualche altro fra gli alfabeti. Nel presentare dati stastistici sul grado d’istruzione5, vengono generalmente adottati, quali criteri di classificazione, o la durata degli studi6, o il più alto titolo di studio7 conseguito. In questo caso, ovviamente, la classificazione è strettamente connessa coll’organizzazione dell’insegnamento8 nel Paese in questione.

  • 2. analfabeta, agg., ff. s. — analfabetismo, s.m.
  • 3. alfabeta, agg., ff. s. — alfabetismo, s.m.
  • 4. semianalfabeta, agg., ff. s. — semianalfabetismo, s.m.
    In qualche caso si designano come semianalfabeti quelli che sanno a mala pena leggere e scrivere.

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Si distinguono in generale tre principali gradi d’insegnamento1: l’istruzione elementare2, o istruzione primaria2, l’istruzione media3, o istruzione secondaria3, e l’istruzione superiore4, in ordine ascendente. La denominazione degli istituti d’istruzione5 in cui viene impartito l’insegnamento dei vari gradi varia secondo i Paesi (cfr. 344): in generale si denomina scuola elementare6, o scuola primaria6, l’istituto ove viene impartito l’insegnamento del primo grado, scuola media7 quello del secondo, e università8, o istituto superiore8, o istituto universitario8, quello in cui si impartisce il più elevato grado d’insegnamento.

  • 6. scuola, s.f. — scolastico, agg.
  • 8. università, s.f. — universitario, agg.

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-I. In Italia si distingue, in base alla gestione, fra scuole statali e scuole non statali (regionali, provinciali, comunali, di altri Enti e di privati — scuole private, in quest’ultimo caso). Le scuole non statali, dal punto di vista della validità giuridica del titolo rilasciato, si distinguono in scuole con valore legale, che posseggono determinati requisiti fissati dalla legge, e scuole senza valore legale. Tutte le scuole statali, invece, rilasciano un titolo giuridicamente valido, distruzione elementare (343-2) può essere preceduta da una frequenza facoltativa a scuole del grado preparatorio da parte di bambini fino al 6° anno d’età (cosiddette scuole materne, nel linguaggio comune). A quella del grado elementare fa seguito l’istruzione media (343-3) impartita in scuole medie inferiori ed in scuole medie superiori. Fra le prime, sono da comprendere soprattutto la scuola media per antonomasia e le varie scuole di avviamento professionale, le quali ultime ammettono il proseguimento solo in certi ordini di scuole di carattere tecnico professionale (scuole tecniche ed istituti professionali e, con esame integrativo, istituti tecnici). Con la licenza di scuola media si può accedere alla scuola media superiore: al liceo (d’indirizzo classico, scientifico od artistico) all’istituto magistrale (da cui escono gli insegnanti345-3 — per l’istruzione elementare) ed agli istituti tecnici. Per adire agli studi del grado universitario (343-8*), è necessario essere in possesso di un diploma di scuola media superiore, ottenuto col superamento di un esame di maturità o di un esame di abilitazione. Le università e gli istituti superiori, o istituti universitari (343-8), comprendono un certo numero di facoltà, le quali impartiscono corsi tra loro connessi in vista di specifiche formazioni professionali. Al termine degli studi universitari si consegue una laurea. Ordinamenti particolari vigono nel settore dell’istruzione artistica e delle scuole speciali, che comprendono — fra l’altro — varie scuole di perfezionamento, per singole facoltà, cui si accede dopo di aver ottenuto la laurea specifica. Infine, lo strumento principale per il ricupero degli analfabeti è forse la scuola popolare.

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-S. In Svizzera l’organizzazione dell’insegnamento è di competenza esclusiva dei cantoni (cfr. 303-S), fatta eccezione per il caso del Politecnico Federale di Zurigo. I cantoni sono tenuti ad impartire gratuitamente l’istruzione primaria (343-2), ma dispongono di molta libertà nell’organizzazione dell’insegnamento negli altri gradi. Accanto alle scuole pubbliche, per l’insegnamento ufficiale, esistono anche scuole private. I ragazzi in età scolastica (346-6) frequentano scuole primarie (343-6), scuole secondarie inferiori, scuole circondariali, scuole reali inferiori, preginnasi. Terminato il periodo dell’obbligo scolastico, che dura da 7 a 9 anni a seconda dei cantoni, gli alunni (345-2) possono proseguire i loro studi in scuole medie superiori -scuole reali superiori, ginnasi, scuole di commercio, scuole normali -od in scuole professionali. Coloro che seguono un tirocinio sono tenuti a seguire, parallelamente al lavoro, corsi in scuole di arti e mestieri od in scuole commerciali. Gli altri, nella maggior parte dei cantoni, debbono invece periodicamente seguire corsi complementari (generali, d’economia domestica, agricoli). Concluso il tirocinio, si può perfezionare la propria preparazione in una scuola tecnica (technicum). L’istruzione superiore (343-4) viene impartita in sette università (343-8) cantonali, nel Politecnico federale predetto e nella Scuola di alti studi commerciali di San Gallo.

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Il termine classe1 può genericamente designare un gruppo di alunni2 che tutti insieme vengono istruiti da uno o più insegnanti3. Nel linguaggio corrente si chiama classe4 talvolta anche l’aula4, locale per le lezioni impartite alla classe nel senso detto prima. Ancora, si usa il vocabolo classe5 per indicare un insieme di alunni giunti allo stesso grado di istruzione (342-1) e che seguono, durante un anno scolastico, le materie fissate per un certo anno di corso5. Sono detti studenti6 coloro che seguono gli studi universitari (343-8*) e, correntemente, anche gli alunni delle scuole secondarie (cfr. 343).

  • 2. Si parla ormai di scolaro solo con riferimento agli alunni della scuola primaria (cfr. 343).
  • 3. Si dicono insegnanti elementari gli insegnanti (345-3) delle scuole elementari (343-6) e professori gli altri.

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Le statistiche dell’istruzione1 talora riportano, fra altre notizie, una distinzione fra numero di alunni iscritti2 (cfr. 345-2) e numero di alunni frequentanti3, ad una certa data: questo permette di ottenere indici di frequenza scolastica4. In alcuni Paesi vige l’obbligo scolastico5 per i ragazzi di certe classi di età: in tal caso, l’espressione età scolastica6 (cfr. 323-8) viene allora spesso ad assumere il senso di età soggetta all’obbligo dell’istruzione6. Un dato comunemente fornito è quello della popolazione in età soggetta all’obbligo dell’istruzione7, o popolazione in età scolastica7.

  • 4. Si esegue anche il calcolo di misure di evasione dall’obbligo scolastico (346-5) che, ovviamente, si basano sulla frazione di alunni assenti.
  • 6. In Italia, l’età soggetta all’obbligo dell’istruzione elementare va dal 6° al 14° compleanno (322-3*).

* * *

Introduzione | Prefazione | Indice
Capitolo | Generalità indice 1 | Elaborazione delle statistiche demografiche indice 2 | Stato della popolazione indice 3 | Mortalità e morbosità indice 4 | Nuzialità indice 5 | Fecondità e fertilità indice 6 | Movimento generale della popolazione e riproduttività indice 7 | Migrazioni indice 8 | Demografia e problemi economico-sociali indice 9
Sezione | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 20 | 21 | 22 | 23 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 40 | 41 | 42 | 43 | 50 | 51 | 52 | 60 | 61 | 62 | 63 | 70 | 71 | 72 | 80 | 81 | 90 | 91 | 92 | 93