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Dizionario demografico multilingue (Italiano - prima edizione del 1959)

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Da Demopædia.
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Introduzione | Prefazione | Indice
Capitolo | Generalità indice 1 | Elaborazione delle statistiche demografiche indice 2 | Stato della popolazione indice 3 | Mortalità e morbosità indice 4 | Nuzialità indice 5 | Fecondità e fertilità indice 6 | Movimento generale della popolazione e riproduttività indice 7 | Migrazioni indice 8 | Demografia e problemi economico-sociali indice 9
Sezione | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 20 | 21 | 22 | 23 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 40 | 41 | 42 | 43 | 50 | 51 | 52 | 60 | 61 | 62 | 63 | 70 | 71 | 72 | 80 | 81 | 90 | 91 | 92 | 93

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La media1 di uso più frequente in demografia è la media aritmetica2, che si ottiene dividendo la somma dei valori osservati per il numero delle osservazioni fatte: è a questa che ci si riferisce quando si parla semplicemente di media, senza altra precisazione. Talvolta si fa uso della media geometrica3, la quale, per n valori (positivi) osservati, è data dalla radice n.ma del loro prodotto. Una media ponderata4 si ottiene assegnando una importanza diversa ai differenti valori osservati mediante coefficienti di ponderazione5, o pesi5, particolari. La mediana6 è il valore che occupa il posto centrale in un insieme7 ordinato di valori. Il valore più frequente8, o moda8, o norma8, in una successione di valori, è quello che vi appare in maggior numero di volte.

  • 1. media, s.f. — medio, agg.
  • 4. ponderato, agg. e pp. — ponderazione, s.f. — ponderare, v.t.
  • 6. mediana, s.f. — mediano, agg.
  • 8. moda, s.f. — modale, agg. norma, s.f. — normale, agg.

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Si parla di variabilità1, o dispersione1 di un insieme di osservazioni riferendosi all’attitudine dei fenomeni, o caratteri, a presentare, nei casi singoli, valori differenti. La variabilità è misurata dagli scarti2, o scostamenti2, o errori2, o differenze2, fra valori osservati presi a due a due, o fra ciascuno di questi ed un altro valore — eventualmente ottenuto a calcolo -— preso come termine di confronto. Faremo qui menzione solo dei più comuni indici di variabilità3, o indici di dispersione3 (cfr. 136-1). Si chiama campo di variazione4 la differenza fra il massimo ed il minimo valore osservato. La differenza interquartile5, data dalla differenza fra il 3° ed il 1° quartile (142-2), abbraccia una metà delle osservazioni. La semidifferenza interquartile6 è la metà della precedente. La media aritmetica (140-2) dei valori assoluti degli scarti fra valori osservati e un valore medio serve pure come indice di variabilità; se il valore medio assunto come termine di riferimento è la media aritmetica, si ottiene lo scostamento semplice medio dalla media aritmetica7, o scostamento semplice medio7 per antonomasia. La varianza8 è la media aritmetica dei quadrati degli scarti fra i valori osservati e la loro media aritmetica; lo scostamento quadratico medio9, o scarto quadratico medio9, è la radice quadrata della varianza, cioè la media quadratica (141-3*) degli scarti.

  • 1. variabilità, s.f. — variabile, agg.
  • 2. Si usa di frequente parlare di scarto, o scostamento, o errore, quando il confronto è istituito fra un valore osservato ed un altro valore, termine comune di riferimento (come la media aritmetica, la mediana, ecc), e di differenza, invece, fra due valori osservati.
  • 3. Molto usate come indici di variabilità sono medie di tutte le possibili differenze fra valori osservati,presi a due a due.Tali, ad esempio, la differenza semplice media — con o senza ripetizione, a seconda che si considerino o non si considerino le differenze (nulle) di ciascim termine con ss stesso —, che è la media aritmetica dei valori assoluti di tali differenze, e la differenza quadratica media — anche con ripetizione o senza — che ne è la media quadratica, cioè la radice quadrata della media aritmetica dei loro quadrati.
  • 7. Si usano anche le espressioni scarto semplice medio dalla media aritmetica e scarto semplice medio, nello stesso senso.

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In un insieme ordinato di valori, quei valori che lasciano frazioni date delle osservazioni al di sotto, o al di sopra, sono detti genericamente quantili1: fra questi, si possono citare la mediana (140-6), i quartili2, i decili3 ed i centili4, che ripartiscono l’insieme dei valori ordinati secondo la grandezza rispettivamente in due, quattro, dieci, cento sottoinsiemi successivi, ognuno contenente un egual numero di valori osservati.

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Una grandezza è detta continua1 se può assumere tutti i valori di un certo intervallo (eventualmente illimitato a destra, o a sinistra, o d’ambo i lati); nel caso contrario è detta discontinua2. Spesso in demografia si ha a che fare con variabili le quali possono assumere solo valori isolati: si dice allora che tali valori formano un insieme discreto3.

  • 1. continuo, agg. — continuità, s.f.
  • 2. discontinuo, agg. — discontinuità, s.f.

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La disposizione di una popolazione (101-2) di unità statistiche (110-1) in classi (130-8) secondo le modalità di un certo carattere (cfr. 131) permette di studiare la distribuzione1 di quel carattere nella popolazione in parola. Il numero di casi che rientrano in u na data classe prende nome di frequenza della classe2; il rapporto di questo numero alla popolazione complessiva costituisce la frequenza relativa3, mentre frequenza assoluta2 è sinonimo di frequenza della classe. Il termine distribuzione sopra visto ha vari sinonimi, di uso altrettanto frequente in demografia, come composizione4, struttura4, ripartizione4 (più raramente) secondo questo o quel carattere (cfr., ad esempio, 325-6).

  • 2. Taluni usano il termine frequenza (della classe) in senso generico, per indicare tanto la frequenza assoluta quanto la frequenza relativa (144-3), altri ancora per designare specificamente la frequenza relativa. Quello indicato nel testo sembra essere l’uso più comune. Quando si tratta del rapporto fra il numero di casi ricadenti in una data classe e la popolazione complessiva, l’uso prevalente aggiunge la qualifica relativa al termine frequenza.
  • 4. Si può ripartire (v.t.) il contenuto d’una classe fra le altre, ad esempio, nel caso degli ignoti (230-8), come pure si può raggnippare (v.t. — raggruppamento, s.m.) in una sola il contenuto di più classi.

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Introduzione | Prefazione | Indice
Capitolo | Generalità indice 1 | Elaborazione delle statistiche demografiche indice 2 | Stato della popolazione indice 3 | Mortalità e morbosità indice 4 | Nuzialità indice 5 | Fecondità e fertilità indice 6 | Movimento generale della popolazione e riproduttività indice 7 | Migrazioni indice 8 | Demografia e problemi economico-sociali indice 9
Sezione | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 20 | 21 | 22 | 23 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 40 | 41 | 42 | 43 | 50 | 51 | 52 | 60 | 61 | 62 | 63 | 70 | 71 | 72 | 80 | 81 | 90 | 91 | 92 | 93