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Dizionario demografico multilingue (Italiano - prima edizione del 1959)

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Da Demopædia.
Versione del 21 ott 2009 alle 12:00 di NBBot (Discussione | contributi) (Bernardo Colombo, ed. 1959)


Questa pagina è un brano della prima edizione del dizionario demografico multilingue.
Sopprimere prego questo avvertimento se lo modificate.
Introduzione | Prefazione | Indice
Capitolo | Generalità indice 1 | Elaborazione delle statistiche demografiche indice 2 | Stato della popolazione indice 3 | Mortalità e morbosità indice 4 | Nuzialità indice 5 | Fecondità e fertilità indice 6 | Movimento generale della popolazione e riproduttività indice 7 | Migrazioni indice 8 | Demografia e problemi economico-sociali indice 9
Sezione | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 20 | 21 | 22 | 23 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 40 | 41 | 42 | 43 | 50 | 51 | 52 | 60 | 61 | 62 | 63 | 70 | 71 | 72 | 80 | 81 | 90 | 91 | 92 | 93


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Serie storica1, o serie temporale1, o serie cronologica1 chia-masi una successione di frequenze (144-2*) o valori osservati nel corso del tempo. Lo studio di una serie storica permette talvolta di isolare una tendenza generale2, o variazione secolare2, o tendenza di fondo2, della medesima da andamenti particolari3, o variazioni particolari3, o fluttuazioni3, che vi si sovrappongono. Quando un andamento parti-colare mostra una tendenza a ripresentarsi ad intervalli di tempo ap-prossimativamente regolari, si parla di un andamento periodico4, o di una variazione periodica4. I movimenti ciclici pluriennali4, o andamenti ciclici4, o variazioni cicliche4, o variazioni di congiuntura4, possono essere originati da cause agenti periodicamente, ma di solito si manifestano ad intervalli irregolari. Un caso comune in demografia è quello delle fluttuazioni a periodicità annua, determinate da fattori biologici o sociali e collegate coli’alternarsi delle stagioni, per cui si parla di movimenti stagionali5, o variazioni stagionali5. Ciò che resta, dopo che si è dato conto delle variazioni (150-2*) suscettibili di inter-pretazione specifica nei sensi menzionati, costituisce le cosiddette variazioni residue6, o variazioni residuali6. Queste includono tanto le variazioni erratiche6, o variazioni saltuarie6, dovute a fenomeni eccezionali, quali, ad esempio, una guerra od una epidemia, quanto le variazioni casuali7 (cfr. 161-2*), che hanno carattere accidentale.

  • 2. Si noti che la voce variazione (s.f.), usata senza altra specificazione ha un significato generalissimo e può essere impiegata per indicare ogni modificazione nel valore di una variabile.
  • 4. periodico, agg. — periodo, s.m. — periodicità, s.f. ciclico, agg. — ciclo, s.m. — ciclicità, s.f.
    Il vocabolo congiuntura (s.f.) viene usato per designare una situazione dinamica sul cui sviluppo attendibile le componenti in atto, almeno pel breve andare, consentano di formulare previsioni.
  • 5. stagionale, agg. — stagione, s.f. — stagionalità, s.f.

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Si rende talvolta opportuno sostituire ad una successione empirica di dati, perturbati da irregolarità di varia natura, un’altra che vada esente da tali perturbazioni e che risponda col suo andamento regolare all’ipotesi adottata. Si dice allora che si fa una perequazione1, o graduazione1, dei dati osservati. I procedimenti adottati in questa operazione di aggiustamento dei valori empirici sono diversi: si può fare una perequazione grafica2, per tracciamento di una curva regolare, ad arbitrio del disegnatore o rispettando determinati criteri d’opportunità, attraverso l’insieme di punti che rappresentano le osservazioni fatte; si può effettuare una perequazione analitica3, adattando ai valori osservati una funzione matematica i cui parametri vengono determinati analiticamente, ad esempio col metodo dei minimi quadrati4, il quale rende minima la somma dei quadrati delle differenze fra i valori empirici e quelli teorici; o ancora si può ricorrere ad un metodo di perequazione meccanica per medie mobili5, con ponderazione o senza. La determinazione di valori d’una funzione corrispondenti a valori dell’argomento intermedi a quelli osservati viene denominata interpolazione7, in senso proprio. Ma si parla di interpolazione3 anche in un senso più generale, per indicare l’operazione mediante la quale, partendo dai dati empirici, si giunge ad esprimere analiticamente una serie o una seriazione (131-2*) sotto forma di legame funzionale fra due variabili (vedi anche 151-1*). Vari procedimenti di interpolazione (151-7) su funzioni matematiche tabulate partono dal calcolo delle differenze finite6. Si dice estrapolazione8, o extrapolazione8, la determinazione di valori al di fuori del campo di osservazione della variabile indipendente.

  • 1. perequazione, s.f. — perequare, v.t.
    graduazione, s.f. — graduare, v.t. Nello stesso senso viene talora usato il termine interpolazione.
  • 7. Interpolazione, s.f. — interpolare, v.t. — interpolatorio, agg.
    Si distingue la interpolazione per punti noti, la quale fornisce valori teorici della funzione che coincidono con quelli empirici in corrispondenza ai valori osservati della variabile indipendente, dall’interpolazione fra punti noti, che non soddisfa tale condizione.
  • 8. estrapolazione, s.f. — estrapolare, v.t.

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Si osserva spesso una tendenza delle persone interrogate a fornire le loro risposte in cifra rotonda1, o cifra tonda1'. Questo fenomeno è noto sotto il nome di tendenza all’arrotondamento2, e si estende, oltre che alle cifre terminanti per zero o per cinque — tipiche cifre preferite3, o cifre simpatiche3 —, anche ai numeri pari. Si può far ricorso ad indici di tendenza all’arrotondamento4 per studiarlo.

  • 1. rotondo, agg.: più spesso si dice di una cifra terminante per zero.
  • 2. arrotondamento, s.m. — arrotondare (v.t.) un numero: in senso proprio, sostituire ad esso un numero più semplice che, in relazione al grado di approssimazione voluto, non ne alteri sensibilmente il valore.

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I valori numerici di funzioni demografi che vengono di solito presentati in tavole1, come ad esempio nelle tavole di mortalità (431-1), nelle tavole di nuzialità (522-1), ecc. Si distingue fra le tavole per contemporanei2, fondate su osservazioni raccolte in un certo periodo di tempo solitamente piuttosto breve, e le tavole per generazione3, fondate sull’osservazione di una generazione (cfr. 116) nel corso della sua esistenza. Una distinzione corrispondente viene istituita fra i quozienti per contemporanei4, ed i quozienti per generazioni5.

  • 2. contemporaneo: che è dello stesso tempo. In senso tecnico, sono detti contemporanei individui viventi, ad età diverse, nello stesso momento.
    Si parla anche di tavole di seconda specie, nello stesso senso, con espressione ormai in disuso.
  • 3. Facendo ricorso al neologismo coorte (116-2), si può parlare in un senso più generale di tavole per coorte, di cui le tavole per generazione costituirebbero un caso particolare, intendendo il vocabolo generazione nel senso di 116-1.
    E si parla anche di tavole di prima specie (cfr. nota precedente).
  • 5. Si può introdurre il neologismo quozienti per coorte (cfr. nota precedente).

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Quando i dati disponibili non consentono di precisare con esattezza il valore di una grandezza, questa può essere stimata1, con maggiore o minor precisione. La corrispondente operazione prende il nome di stima2, e stima3 dicesi anche il risultato della medesima, cioè il valore stimato3. Il termine congettura4 richiama l’idea di una stima (154-2) fondata su informazioni indirette, o su elementi incerti, o troppo scarsi, e che possono al massimo servire solo ad indicare l’ordine di grandezza5 della quantità considerata.

  • 1. stimato, pp. — stimare, v.t.
  • 4. congettura, s.f. — congetturare, v.t.

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Per illustrare una documentazione statistica si può ricorrere a vari tipi di rappresentazioni grafiche1, o grafici1. In particolare, la demografia fa molto uso di diagrammi2 e cartogrammi3. Per chiarire una esposizione, senza pretesa di fornire una rappresentazione fedele della realtà, si possono usare anche schemi grafici4. Un diagramma nel quale si impiega la scala aritmetica su uno degli assi delle coordinate (di solito l’asse delle ascisse) e quella logaritmica sull’altro è un diagramma semilogaritmico5, o diagramma a scala logaritmica semplice5, Se si usa la scala logaritmica su ambedue gli assi, si costruisce un diagramma a doppia scala logaritmica6. Per rappresentare una distribuzione di frequenza (cfr. 144) si può far ricorso, tra l’altro, ad un poligono di frequenza7, ottenuto unendo con segmenti rettilinei i punti immagine delle frequenze delle varie classi, o ad un istogramma8, nel quale ogni frequenza viene rappresentata dalla superficie di un rettangolo avente per base l’ampiezza delle classi, o ancora ad un diagramma a barre verticali9, o diagramma ad ordinate9, in cui ogni frequenza è rappresentata da una ordinata di lunghezza proporzionale alla frequenza medesima.

  • 1. Si usano anche rappresentazioni plastiche tridimensionali (stereogrammi), che possono essere riprodotte graficamente in proiezione.
  • 3. cartogramma, s.m. — cartografico, agg.


Introduzione | Prefazione | Indice
Capitolo | Generalità indice 1 | Elaborazione delle statistiche demografiche indice 2 | Stato della popolazione indice 3 | Mortalità e morbosità indice 4 | Nuzialità indice 5 | Fecondità e fertilità indice 6 | Movimento generale della popolazione e riproduttività indice 7 | Migrazioni indice 8 | Demografia e problemi economico-sociali indice 9
Sezione | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 20 | 21 | 22 | 23 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 40 | 41 | 42 | 43 | 50 | 51 | 52 | 60 | 61 | 62 | 63 | 70 | 71 | 72 | 80 | 81 | 90 | 91 | 92 | 93