The Demopædia Encyclopedia on Population is under heavy modernization and maintenance. Outputs could look bizarre, sorry for the temporary inconvenience

Dizionario demografico multilingue (Italiano - prima edizione del 1959)

Mortalità neo-natale

Da Demopædia.
Mortalità neo-natale  (neonatale, agg., mortalità —)


Si chiama mortalità infantile1 la mortalità che colpisce i nati vivi (601-5) fra la nascita ed il primo compleanno (322-3*). Si parla di mortalità neonatale2 per indicare la mortalità che colpisce i nati vivi nel periodo neonatale3, periodo il quale viene variamente inteso e fissato da autori diversi, ma che generalmente si fa coincidere colle prime quattro settimane, o col primo mese, od anche — più raramente — colla sola prima settimana di vita. È stata usata l’espressione infelice mortalità postneonatale4 per designare la mortalità fra il termine del periodo neonatale ed il compimento del primo anno. Le espressioni mortalità prenatale5, mortalità intrauterina5, mortalità fetale5, o altre consimili, vengono indifferentemente usate per indicare la frequenza dei prodotti del concepimento (602-6) espulsi od estratti morti dopo qualsiasi durata della gravidanza (603-3). La definizione di nato morto, in contrapposizione ad aborto (603-5), varia secondo le legislazioni e gli usi, e lascia molto a desiderare anche dal punto di vista concettuale. Dalla soluzione adottata in un caso particolare, oltre che, naturalmente, da altri fattori, dipende il livello della natimortalità6. Le cause di morte del feto (602-7) nelle ultime settimane della gravidanza e del nato vivo nel primo suo periodo di esistenza spesso sono affini: da qui il motivo di studiare la cosiddetta mortalità perinatale7 (neol.), variamente definita, come riferentesi alle morti del periodo neonatale in aggiunta ai nati morti, oppure come estesa ai nati morti ed ai morti per cause endogene (cfr. 424-2*) nel primo anno di vita, o in altri modi ancora.

  • 1. Talvolta si parla di mortalità della prima infanzia, ma l’espressione prima infanzia non ha assunto un significato preciso (cfr. 323-2*).
  • 5. Altre espressioni analoghe, pure usate, sono: mortalità endouterina, mortalità antenatale, mortalità in utero. Nella letteratura ostetrica si può trovare l’espressione mortalità embrionale: essa deve correttamente riferirsi alla espulsione di prodotti all’incirca dei primi due mesi dal concepimento (602-1).
  • 6. natimortalità, s.f. — nato morto. Qualche autore propone di sostituire l’espressione partorito morto all’espressione nato morto, che sembra in un certo modo contraddittoria.
    In Italia, viene definito nato morto il neonato (323-4) che, dopo l’espulsione o l’estrazione completa dal corpo materno, non abbia dato alcun segno di vita e che, all’esame medico, risulti di aver compiuto 28 settimane di vita intrauterina.
    Con espressione non del tutto propria (cfr. 602-7*), si denomina mortalità feto-infantile quella che si riferisce ai nati morti ed ai morti nel primo anno di vita.
  • 7. Nelle fonti statistiche ufficiali italiane l’espressione mortalità anteneonatale viene usata per indicare il numero di nati morti e di morti nella prima settiman di vita.


Segue...