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Dizionario demografico multilingue (Italiano - prima edizione del 1959)

Differenze tra le versioni di "Teoria malthusiana della popolazione"

Da Demopædia.
(Bernardo Colombo, ed. 1959)
 
(Bernardo Colombo, ed. 1959)
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Versione delle 04:34, 8 nov 2009

Teoria malthusiana della popolazione  


Quello di pressione demografica1 è un concetto, dai contorni imprecisi, che sottintende l’idea d’una relazione fra l’ammontare d’una popolazione e le risorse (901-1) disponibili. Dire che detta pressione è forte o debole, su d’un certo territorio, equivale ad esprimere l’opinione che il tenore di vita (902-6) dei suoi abitanti potrebbe esser superiore — od almeno non inferiore — se essi fossero, rispettivamente, in numero minore o maggiore. Secondo la teoria malthusiana della popolazione2, cosiddetta dal nome del suo autore, il Malthus, la popolazione eserciterebbe una continua pressione sui mezzi di sussistenza3, tendendo sempre a crescere fino al massimo limite da questi consentito. L’equilibrio demografico4 verrebbe realizzato, da parte della popolazione, ad un limite di sussistenza5: ad un livello di vita, cioè, in cui venga assicurato solo il minimo dei beni indispensabile per la conservazione della vita. A questo stadio ci si ridurrebbe ogni volta, anche in presenza di una temporanea maggiore disponibilità di beni, in quanto questa trascinerebbe con sè un aumento della popolazione (701-1*) tale da riportar le cose al punto di partenza. Malthus individuava due categorie di ostacoli ad una continuativa espansione demografica: gli ostacoli repressivi6, o freni repressivi6, come carestie, epidemie e guerre, e gli ostacoli preventivi7, o freni preventivi7, suscettibili di contenere la spinta naturale all’aumento della popolazione. I primi, accompagnati da un elevamento del livello della mortalità (401-1), i secondi opposti ad un aumento od intesi ad ottenere una diminuzione delle nascite (601-3). Malthus, in quest’ultima categoria, ammetteva la liceità dei soli freni morali8, che ciascuno si dovrebbe imporre: in sostanza, il ritardo delle nozze9 (cfr. 501-4), o differimento delle nozze9, accompagnato dall’astensione (cfr. 624-4) da rapporti sessuali prima delle nozze, ed il celibato (515-2*) volontario a vita.

  • 3. Espressione sostituita spesso dal vocabolo sussistenze (s.f. pl.).


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